Sala 4

La quotidianità

L’organizzazione sociale di Scanno è sempre risultata alquanto atipica, specialmente in un Paese come l’Italia tradizionalmente di stampo patriarcale. L’assenza degli uomini per la maggior parte dell’anno, a causa del tipo di lavoro che svolgevano, ha portato le donne a riorganizzarsi per far fronte ad ogni attività familiare, ricoprendo compiti generalmente definiti maschili. In tale contesto il loro abito, così femminile e aggraziato, le ha protette dal freddo e dal caldo; si è reso confortevole e adeguato in ogni situazione, senza far mai dimenticare loro di essere le regine di Scanno.

 

Il lavoro e le donne

Tra i fotografi che hanno documentato al meglio il lavoro quotidiano delle scannesi vanno ricordate Hilde Lotz Bauer e Helga Fietz Franke che visitarono Scanno nella metà degli anni ’30 del ‘900. Certamente per queste donne sensibili alla condizione femminile – ovunque esse la incontrassero – venire a contatto con una piccola realtà in cui le donne erano designate a svolgere anche le più pesanti mansioni quotidiane deve essere stato per loro motivo di coinvolgimento.

Le fotografie della Lotz Bauer, in particolare, ci mostrano come le scannesi sappiano indossare il loro abito in tutte le situazioni. L’usanza di portare sulla testa qualsiasi genere di oggetto inoltre richiede loro di camminare diritte, tuttavia – che sia una conca per l’acqua o una pesante fascina di legna – il loro portamento resta ugualmente, visibilmente, fiero.

Può sembrare strano se si pensa a quanti fotografi le hanno immortalate, eppure c’è un aspetto che nessuno di loro è mai riuscito a catturare: la forza di gravità! Bisogna infatti ricordare che quell’abito, talvolta, è pesante ben di più di ciò che portano in capo, eppure non traspare mai sul loro volto un minimo segno di stanchezza. Sembra non esserci sforzo in quei loro movimenti, in quei corpi educati all’abito così come alle incombenze della vita.

Museo della fotografia del costume di Scanno

Lorem ipsum / Lorem, 1885

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Il lavoro quotidiano delle donne in paese

Alcuni scorci di vita quotidiana riferiti alle attività lavorative delle donne di Scanno sono mirabilmente sintetizzati da Anne MacDonell in una sequenza di efficacissimi flash: «[..] Per praticità le donne usano alzarsi la gonna pieghettata drappeggiandola sui fianchi con una lunga cintura fatta al telaio. La loro principale caratteristica sta nel portamento; lungo le strade di montagna, quando portano sul capo le fascine o lungo le vie acciottolate, con le conche d’acqua sulla testa, camminano erette con le mani sui fianchi o nascoste sotto il grembiale, con i piedi rivolti verso l’interno, in modo sciolto e spedito, e con un movimento ondeggiante. Sono circondate dai piccoli di tre anni che trotterellano intorno ai loro grembiali cercando di imitare l’incedere elegante delle madri. [..] Sarebbe interminabile la lista completa degli oggetti che ho visto portare sulla testa dalle donne di Scanno, con portamento maestoso; comunque l’elenco includerebbe: fascine di legna da ardere, che una persona comune non riuscirebbe a sollevare da terra di mezzo piede; enormi sacchi di erba; grandi balle di biancheria da casa, sufficiente a riempire una cassapanca; una tinozza di rame in cui è ammucchiato il bucato della famiglia; una carriola; barili di vino; un aratro di legno; un caldaio di biancheria da lavare; un materasso di piume e persino una lettiera di ferro! Questi pesi sulla testa rendono tozzo il collo, ma in compenso nessuna ha la schiena curva. Inoltre così hanno le mani libere per portare un bambino o per sferruzzare una calza. Invece portare un bambino sulla testa non rientra affatto nella tradizione. Se Scanno fosse tagliato fuori dal resto del mondo, questo paese sarebbe ugualmente autosufficiente, ed anzi ciò si potrebbe dire per ogni famiglia.»

Tratto da: MacDonell A., (1908), In the Abruzzi, Chatto & Windus Ed., Londra. [Traduzione italiana di  Magni C., “Negli Abruzzi”, Edizioni digitali del CISVA, 2006].