Sala 7

Lavorazione della lana

Il delicato compito di trasformare la lana in filati e poi in tessuto era anch’esso un lavoro svolto dalle donne, a Scanno. Questa materia preziosa ha costituito sin dai tempi più remoti la base delle attività economiche del paese. Le immagini giunte fino a noi sono eloquenti nel raccontare i principali passaggi di lavorazione, fino alla messa in opera dei capi sartoriali.

 

Metri e metri di storia in una fotografia

Gesti antichi, ripetuti e ripetuti ancora una volta, da generazioni; il duro lavoro un poco alleggerito dalla condivisione, consumato insieme da gruppi di donne sedute sulle scale di una via o da anziane signore accovacciate sulla propria gonna, fuori, sull’uscio di casa.

Questo modo di lavorare, che percepiamo fatto di dedizione paziente e lunghi silenzi, ci viene confermato da tutti i fotografi che hanno voluto misurarsi con questo soggetto.

Tra le altre conservate nel museo, notiamo una fotografia che raffigura una singolare struttura simile a una fisarmonica. Si tratta di un lunghissimo panno lana fotografato durante il processo di piegatura del tessuto. Esso veniva eseguito piegando su se stesso il panno e premendolo per poi cucirlo in posizione plissettata. Quei metri e metri di stoffa, bloccati dal torchio, diventeranno una gonna.

Questa fotografia è uno dei documenti più preziosi che la collezione conserva, per cui dobbiamo ringraziare il fotografo romano Alfredo Libero Ferretti; un autore che durante la sua visita dimostrò particolare interesse e sensibilità verso la documentazione della realtà femminile di Scanno.

Museo della fotografia del costume di Scanno

Lorem ipsum / Lorem, 1885

Museo della fotografia del costume di Scanno

Lorem ipsum / Lorem, 1885

Museo della fotografia del costume di Scanno

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Le arti della lana

Le donne di Scanno da tempo immemorabile erano esperte produttrici di panni lana. Avevano appreso quest’arte in modo primitivo ed empirico per aver subíto inevitabilmente gli effetti indotti dalle necessità di un’economia esclusivamente basata sull’agricoltura e sulla pastorizia, in un contesto geografico particolarmente isolato tra i monti dell’Alta Valle del Sagittario.

Le principali attività relative alla lavorazione della lana, classificabili come vere e proprie ‘arti’, praticate autonomamente ed in modo endogeno, erano la lavatura, la cardatura, la filatura, la tintoria, la tessitura.

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